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SINDROME DELL'OVAIO POLICISTICO (PCOS)

La sindrome dell'ovaio policistico (PCOS), è una condizione caratterizzata da ovaie ingrandite e policistiche - cioè ripiene di tante piccole cisti,  e da un corredo di sintomi che possono associarsi quali:

E' più comune nelle donne giovani fino alle gravidanze, nelle obese, ed inoltre si osserva anche una certa familiarità per la sindrome.

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Cause

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Al momento non si conoscono con precisione le cause dell’ovaio policistico; il fatto che sia presente una certa familiarità della sindrome è indice della presenza di una possibile componente genetica anche se, per come può cambiare la sintomatologia da una generazione alla successiva, sicuramente esistono altri fattori che incidono in modo rilevante sulla genesi del disturbo, in una complessa combinazione di geni ed influenza ambientale.

La gravità dei sintomi riconducibili alla PCOS sembra tuttavia essere largamente determinata da fattori come l’obesità, tanto che la sindrome manifesta alcuni aspetti caratteristici delle malattie metaboliche (spesso i sintomi sono almeno in parte reversibili, per esempio recuperando il peso forma).

Dal punto di vista pratico è il livello degli androgeni (ormoni maschili) più alto rispetto a quello considerato normale a causare la maggior parte dei sintomi della PCOS.

Le ovaie producono ormoni, sostanze chimiche che controllano il funzionamento del corpo. Uno degli ormoni che viene prodotto dalle ovaie è l’estrogeno, alcune volte chiamato indicato come “ormone femminile” perché le donne ne necessitano grandi quantità rispetto agli uomini in condizione di salute normale. Le ovaie producono anche androgeni, alcune volte chiamati “ormoni maschili” perché gli uomini ne necessitano grandi quantità rispetto alle donne in condizioni di salute normale.

Sia gli uomini che le donne richiedono specifici livelli di ambedue questi ormoni per una salute normale, livelli che risultano squilibrati nelle donne con sindrome dell’ovaio policistico: manifestano concentrazioni più alte del normale di androgeni e possono mostrare livelli più bassi del normale di estrogeni. L’alto livello di androgeni può:

  • causare problemi con la crescita e lo sviluppo dei follicoli ovarici fino a impedire il rilascio di ovuli maturi

  • produrre follicoli immaturi sulle ovaie, formando cisti

  • causare altri sintomi della PCOS compresi l’eccesso di peluria e l’acne.

 

Iter diagnostico

 

Un corretto iter diagnostico prevede diverse tappe:

  • Anamnesi: è la fase principale della procedura diagnostica perché permette di fare un’accurata diagnosi differenziale e di orientare quindi l’attenzione su una determinata situazione patologica piuttosto che su un’altra. Vengono presi in considerazione lo sviluppo puberale e le caratteristiche della ciclicità mestruale della paziente (epoca del menarca, momento di inizio delle irregolarità mestruali, durata media dei cicli). Vengono inoltre esaminati l’anamnesi familiare, lo stile di vita, variazioni del peso corporeo, il tipo di alimentazione. È di fondamentale importanza definire la modalità di esordio dei sintomi: un esordio rapido (2-6 mesi) deve far sospettare la presenza di un tumore androgeno-secernente e perciò impone l’esecuzione di esami strumentali (ecografia, TC, RM); un esordio più lento (1-4 anni) è più tipico della PCOS. Va inoltre indagata l’eventuale assunzione di farmaci ad azione androgenica.

  • Esame obiettivo: ha lo scopo di valutare e quantificare i segni clinici derivanti da una esagerata produzione di androgeni. Le donne che giungono all’attenzione del ginecologo con disturbi da iperandrogenismo lamentano, in maniera più o meno marcata, la presenza di acne, seborrea, cute grassa, irsutismo e spesso anche irregolarità mestruali. È importante definire anche la presenza di obesità tramite il BMI e la distribuzione del tessuto adiposo, androide o ginoide.

  • Esame ecografico: il solo dato ecografico a volte è già sufficiente a fare diagnosi di PCOS. L’immagine ecografica classica è quella di ovaie aumentate di volume, contenenti un aumentato numero (>10) di piccoli follicoli (diametro 2-8 mm) disposti principalmente sotto la corticale ovarica come una fila di perle, e la presenza di uno stroma maggiormente rappresentato anche se non è raro reperire ovaie policistiche con volume normale o addirittura ridotto.

  • Valutazione dell’assetto endocrino: la valutazione ormonale include il dosaggio di LH, FSH, PRL, estradiolo (E2), 17OHP, DHEAS, androstenedione, testosterone totale e libero, SHBG, TSH, fT3, fT4, cortisolo.

  • Valutazione dell’assetto metabolico: tra le cause metaboliche l’insulino-resistenza svolge un ruolo chiave. L’insulina è un ormone secreto dal pancreas che permette di far assimilare i nutrienti assunti attraverso l’alimentazione. Quando se ne produce molta, in seguito ad iperalimentazione e scarsa attività fisica, l’organismo mette in atto strategie di difesa in cui i tessuti prendono solo la quantità di ormone che interessa, mentre il resto lo rilascia liberamente nell’organismo con una conseguente iperinsulinemia compensatoria. Questa situazione di difesa viene definita insulino-resistenza che porta a produrre una maggiore quantità di androgeni da parte della teca dell’ovaio.

 

Rimedi e terapia

 

Come già evidenziato, i sintomi della PCOS possono essere diversi. Da questi dipende l’approccio terapeutico. La terapia quindi può essere volta alla correzione dell'acne, della peluria (irsutismo), dei capelli grassi, alla regolazione dei cicli mestruali, all’induzione dell’ovulazione nelle pazienti che vogliono ottenere una gravidanza. Un nuovo approccio terapeutico prevede anche il trattamento dell’insulino-resistenza facendo prevenzione o intervenendo quando il problema è già presente. Nelle pazienti obese si consiglia di ridurre l’introito calorico e aumentare l’attività fisica. Se l’obiettivo principale è la regolazione del ciclo e ridurre i segni provocati dall’iperandrogenismo, la terapia consiste nell’assumere estroprogestinici o integratori specifici con mioinositolo. Per l’iperinsulinemia vengono consigliati gli ipoglicemizzanti. 

 

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